Dopo 2 anni di completo digiuno e assenza dai campi gara siamo tornati a programmare appuntamenti per le varie manifestazione cicloturistiche. Un appuntamento richiestissimo da molti, sopratutto da Alessandro Landi e da Gabriele Fani, era l’organizzazione per una trasferta in terra fiamminga per il Giro delle Fiandre 2022 cicloturistico , che tornava dopo due anni di assenza a fare da apripista al sabato per la più celebre competizione per atleti professionisti, sia donne che uomini , che concorrono alla domenica. Per me sarebbe stata la settima partecipazione come ” atleta” e la seconda come organizzazione e gestione di un gruppo molto numeroso, cosa che è costata molto impegno ma allo stesso tempo ricca di soddisfazioni, visto la positività e la riuscita della trasferta. Il gruppo partito giovedì 31 Marzo  in aereo da Firenze era composto da Alessandro Landi, Roberto Castellani, Vanni Checcucci, Carlo Spitaleri, Luigi Menagro, Emilio Castellucci, Gabriele e Neri Fani, Susanna Tognarelli e come accompagnatrice Monica Bartoli. Mentre Aldo Campostrini , Andrea Conti ed io siamo partiti il mercoledì pomeriggio con il furgone preso a noleggio, con le bici ed i bagagli di tutti , e abbiamo viaggiato tutta la notte attraversando Italia, Svizzera, Francia e Lussemburgo per raggiungere Ninove in Belgio meta del nostro hotel in terra fiamminga.Il programma della trasferta prevedeva una piccola ” sgamgatina ” al venerdì mattina, un anello con partenza dal nostro alloggio di circa 45 km. , dove in rapida succesione venivano affrontati dei muri mitici quali il Tembosse, Grammont e Bosberg, con arrivo a Merbeke, finale di gara del Giro delle Fiandre fino al 2013. Ma la fitta nevicata fra la notte di giovedì e le prime ore del venerdì ci ha fatto totalmente cambiare i piani e visto la praticabilità delle strade abbiamo deciso di effettuare con i nostri mezzi, presi a noleggio , una sorta di sopralluogo su una delle salite più famose del percorso, il muro del Koppenberg, vero e proprio stradello in pavè con punte al 22%.

Escluso il sottoscritto, Emilio e Gabriele Fani, tutto il resto della compagnia non sapevano neanche di che cosa si trattasse, visto che era la prima esperienza in assoluto su terreni con queste caratteristiche. Mentre eravamo ai bordi della salita , ognuno di noi aveva qualcosa da dire, chi imprecava per le pietre che sembravano saponette, chi inneggiava alla difficoltà della pendenza e chi intravedeva la possibilità di scendere e farla a piedi. A rafforzare le eventuali nostre ipotesi sono passate in quel momento le atlete della Groupama e le loro vetture di assistenza, le ragazze hanno fatto fatica a rimanere in piedi e qualcuna è riuscita a scollinare aiutata dai presenti. Mentre le vetture hanno dovuto in più volte fermarsi e ripartire.