Domenica 15 Maggio 2022 siamo tornati alla grafondo cicloturistica dei ” Due Bacini ” organizzata magistralmente dalla Polisportiva La Viaccia di Prato. Erano ormai 3 anni che non veniva organizzata e quindi appena usciti da restrizioni varie siamo stati ben contenti di tornare a disputare una delle cicloturistiche più belle e longeve del calendario regionale. Facevano parte della nostra comitiva alcuni ciclisti, come Alessandro Ciullini, che non avevano mai fatto una gara del genere che a distanza di anni rimane ancora un percorso tra i piu’ belli d’Italia. La bellezza del territorio che attraversa fa cornice alla durezza ed all’asperità delle salite, ma il tutto viene superato con tanto spirito di sacrificio consapevoli del divertimento che si prova.
Partenza tutti insieme dagli impianti sportivi della Viaccia percorrendo gran parte delle strade cittadine pratesi fino al quartiere di S.Lucia , dove inizia la statale che costeggia il Bisenzio che ci porta alle porte dell’appennino tosco-emiliano. Le imprecazioni di Vanni Checcucci dicendoci di ” far piano” hanno fatto compagnia per tutto il tratto fino a Vernio, visto che la strada costantentemente in lieve ascesa, metteva a dura prova i muscoli della gambe ancora non al massimo. Eccoci sulla salita di Sasseta, che con i suoi tornanti immersi nel verde tipici della campagna toscana ci conduce ai 700 di altitudine di Montepiano, dove era previsto il primo “step” per raggrupparci , in quanto abbiamo affrontato la prima asperità ognuno della propria andatura , in modo che venisse messo al meglio il regime del ” motore umano”. Io sono salito dolcemente in compagnia di Carlino Spitaleri e Roberto Castellani buttando sempre uno sguardo indietro per intravedere la sagoma di Vanni , che col suo passo felpato arrancava per scollinare al più presto il primo colle della giornata. Il falso-piano che ci conduce a Castiglion dei Pepoli l’abbiamo affrontato tutti raggruppati ammirando il panorama delle colline che circondano l’entrata in Emilia Romagna, scambiandoci opinioni sulla scalata di Montepiano dove Aldo Campostrini e Andrea Conti si erano avvantaggiati prendendo la scia di un gruppetto che teneva una media più alta. Alle 10 in punto siamo arrivati al primo ristoro nel centro storico di Castiglion dei Pepoli, dove oltre a rifornirci di alimenti e bevande , è stato anche il momento di scattare alcune foto, c’è chi fotografa il Vanni che assale le crostate come Alessandro Landi e chi come il nostro ” prof. ” Ubaldo Nencioni è attratto le bellezze architettoniche dei palazzi circostanti.
Rifocillati e riposati ci siamo avviati per la dolce salita, immersa nel verde fra castagni e faggi , che conduce fino al primo bacino quello del Brasimone, dove la foto di rito sulla diga è stata appaudita da tutti.
Fra una battuta goliardica e qualche disappunto sulla temperatura già estiva arriviamo sul passo dello Zanchetto , dove la divisione dei percorsi medio e lungo si trova a cavallo su uno dei crinali appenninici più belli del territorio del comune di Camugnano, la vista in lontananza di paesini arroccati sulle pendici montane fa “godere l’occhio” mentre con l’altro stiamo attenti nell’affrontare la discesa di Baigno che con le sue curve a solatio ci porta sulle rive del secondo bacino quello di Suviana.
Foto di gruppo anche sulla diga del lago, dove la presenza di stabilimenti balneari e trattorie lo rende molto più turistico rispetto a quello del Brasimone. Costeggiando le sponde del bacino ci scambiamo impressioni sulla giornata splendida che stiamo vivendo tanto che , sia Luca Delcroix e Loris Polidori sono entusiasti del percorso pur riconoscendo la sua durezza, ed io, in un momento di lucididà apparente dovuta alla velocità bassa gli dico che il peggio deve ancora venire. Infatti finito di costeggiare il Lago di Suviana inizia la dura rampa di Badi, uno strappo di un paio di chilometri con punte al 14% dove la maggior parte di noi cominciano a fare i conti con il caldo e l’asprezza della salita. Solo Simone Conti sembra non essere in difficoltà, forse per le doti fisiche o la condizione al momento, mentre sia Luigi Menagro e il “mitico” Vanni cominciano ad esternare tentannamenti di stanchezza. Superata la frazione di Badi ci incanaliamo nella valle dell’Acquerino, la strada è un continuo su e giù sul crinale montano fino al bivio per Treppio, ridente paesino della Sambuca Pistoiese, caro ad Alessandro Landi , in quanto era meta fissa per una girata a trovare ” il babbo Piero” che ci faceva trovare di tutto per ristorarci all’ombra di castagni secolari. Una volta imboccata la discesa per la sorgente Lentula, ormai dismessa da anni ma cara a noi perchè col suo appellativo si addice al nostro stile di interpretare il ciclismo, ci apprestiamo ad affrontare le mitiche ” rampe del toro ” ovvero la salita a gradoni che ci porta sulle sommità della panoramica di Pistoia, salita con punte al 17/18 % immersa nel verde a fianco di un torrente che con le sue cascatelle ripide e rumorose scandisce i colpi di pedale che sono necessari per affrontare questa ultima e temibile asperità. Nella concitazione della gara e preso dell’euforia, nel prendermi la scia, in salita il Vanni ha toccato con la sua ruota anteriore la mia posteriore ed è rovinato a terra, senza conseguenze di rilievo, se non una sgraffiatura evidente al ginocchio ed al gomito.
Quindi ci siamo fermati per prestare soccorso a lui ed alla bici che nella caduta si erano piegate entrambe le leve e spostato il freno. Il ristoro sull’Acquerino e lo scollinamento sulla panoramica ci porta quasi alla fine della cicloturistica, affrontatando la picchiata su Pistoia con un caldo già da estate inoltrata e il tratto di pianura sulla Montalese fino agli impianti sportivi della Viaccia, dove si concludono questi 115 chilometri in compagnia attraverso le ridenti e verdi colline dell’appenino Tosco-Emiliano. Un pasta-party all’insegna della miglior cucina Toscana mette fine ad una giornata vissuta all’insegna dell’amicizia e socialità comune, dove i ringraziamenti reciproci si sprecano e nonostante la stanchezza qualcuno ha anche il coraggio di dire ” quando facciamo la prossima ? “.
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